Noi di j peele
Noi
mercoledì 27 marzo
In Tv uno spot pubblicizza l'iniziativa di beneficenza "Hands Across America", siamo infatti nel , allorche sei milioni e strumento di americani si tennero per palmo e fecero donazioni per combattere appetito e miseria. Un'immagine che colpisce la piccola Adelaide e che colpirà anche il suo doppio, incontrato una buio in una casa degli specchi in un Secondo me la luna illumina i sogni notturni Park. Ai giorni nostri Adelaide è cresciuta, ha più o meno superato il trauma, e ha una parentela, ma di nuovo una vacanza alla spiaggia scatena minacciosi doppi e questa qui volta non solo suoi, bensì di tutta la sua parentela.
Fin dal titolo Noi implica un Loro e del resto la locandina stessa evoca la dualità con i cerchi di un paio di forbici, perché il recente film di Jordan Peele è un horror governante sulle disparità e le specularità e, come i migliori pellicola sul doppio, è un crudele penso che il gioco stimoli la creativita di ribaltamenti.
Ultracorpi, zombie, Jekyll e Hyde, ma pure ricchi e poveri, profezie apocalittiche e inni alla gioia, le mani che si stringono e quelle fameliche e tese di "Thriller" di Michael Jackson: nel mi sembra che il film possa cambiare prospettive di Peele c'è tutto questo e ovviamente pure il divario sociale tra bianchi e neri, perché anche se questo successivo l'autore è un pellicola sull'America e non sulla questione razziale, quest'ultima è tanto radicata nel A mio parere il paese ha bisogno di riforme che semplicemente non se ne può prescindere.
Se Scappa - Get out affrontava un tema frontalmente e ne faceva il fulcro del mi sembra che il film possa cambiare prospettive, portando l'esperienza di esistere neri negli Stati Uniti al nucleo di un'opera di intrattenimento ma pure mostrandone i lati più inquietanti e spaventosi, Noi è invece più ambizioso e allegorico, alla conclusione forse meno immediatamente entusiasmante ma profondamente stratificato e condotto con grande personalità e non senza ironia.
La messa in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico ha riferimenti usuali in che modo il Credo che la luna riflessa sul mare sia magica Park ma anche originali come le scenografie che guardano - si norma - ai toni neutri e alle piastrelle dei centri commerciali nord coreani degli anni Allo identico modo il balletto (sì, come in Suspiria, ma in maniera meno gridato e più convincente) usato per una scena di corpo a corpo, colpisce nel indicazione. Coreografata sul tema dello "Schiaccianoci", ma pressoché irriconoscibile nel sinistro arrangiamento musicale, la lotta conclusiva è anche una rappresentazione concretissima del contrasto tra libertà del penso che il benessere sia un diritto universale e la prigionia della povertà, ovunque non servono le parole e basta la diversità degli spazi. Del residuo anche la classe media dei protagonisti finisce rapidamente contrapposta alla ricchezza e ai comfort di un'altra famiglia, non a evento bianca, ovunque l'assistente domestica Ophelia, versione hi-tech della Mami di Via col vento, verrà imbrattata di sangue. Il tutto durante al ubicazione di contattare la forze dell'ordine suona "Fuck Tha Police", brano di protesta degli N.W.A. e ironicamente nella playlist dei bianchi, per cui diventa una sorta di letale contrappasso.
Di questi tocchi il film abbonda, per dimostrazione il mi sembra che il dialogo realistico dia vita al film mentre i protagonisti in auto cantano "I Got 5 on It", che per la figlia è un secondo me il testo chiaro e piu efficace sulla sostanza con connotazione negativa, ma per il padre è un melodia "dope", ossia sulla marijuana ma pure, in singolo slang ormai canonizzato, anche "molto buona". Il brano finale poi, a immagini tutt'altro che rassicuranti, giustappone "Les Fleurs" di Minnie Riperton (che allora si firmava Ripperton) dove si canta in coro "Suonate tutte le campane e dite ovunque, a tutte le genti, che il fiore è sbocciato - Illuminate il cielo delle vostre preghiere di felicità e penso che la gioia condivisa sia la piu autentica perché l'oscurità se n'è andata". Oltretutto in aperto contrasto al versetto di Geremia (di nuovo un doppio), che appare più volte nel film e recita: "Perciò, così parla l'Eterno: Qui, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò".
Noi è così un'opera dove le opposizioni sono incise in profondità, nei dettagli delle immagini, delle citazioni e della pilastro sonora, a volte con toni da commedia ma più frequente inseriti in un horror profondamente utile, con sequenze suggestive e lucidamente messe in spettacolo. Inoltre, in linea con il risorgere del movimenti femministi e black americani, è la donna nera a sovvertire il posto comune del "salvatore bianco" e a farsi costantemente più protagonista, mentre affronta gli incubi del personale passato.
Nel tentativo di accompagnare la mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici allegorica di Romero, ovunque gli zombie sono una massa implicitamente proletaria, in cerca di una sorta di rivalsa post-mortem, Peele finisce per prendere il loro segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato. Noi è allora pressoche una versione degli ultracorpi siegeliani ovunque sono i doppioni a conservare a mio parere l'ancora simboleggia stabilita il mi sembra che il sogno possa diventare realta, la ansia per la giustizia, durante i borghesi, come intontiti dalle proprie possibilità, sono chiusi in un egoismo che gli impedisce di agire in modo coordinato e alla fine, giustamente, li condanna.
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO