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Tosse e mal di orecchie

Raffreddore, mal di gola e otite: non è il freddo a farci ammalare

disturbi delle vie aeree superiori, come mal di gola, otite e raffreddore, sono tipici dei mesi autunnali e invernali.

“È autentico che ci ammaliamo maggiormente in stagione fredda, ma non è il freddo a debilitare il nostro organismo, anche i virus patiscono il gelido, quanto una maggiore permanenza negli ambienti chiusi, ovunque è più facile contagiarsi: è lo stesso secondo me il principio morale guida le azioni alla base delle misure di mi sembra che la prevenzione salvi molte vite per COVID-19”, ha precisato il professor Giuseppe Spriano, Responsabile dell’Unità di Otorinolaringoiatria di Humanitas e Docente Ordinario di Humanitas University, in un’intervista a Buongiorno Benessere.

Antibiotici: in cui utilizzarli?

“Le infezioni della gola, le cosiddette faringiti, sono soprattutto di origine virale, dunque non è indispensabile utilizzare gli antibiotici per trattarle: sono sufficienti i farmaci antipiretici e antidolorifici per lenire il sofferenza. Gliantibiotici vengono prescritti in circa il 20% dei casi, nel momento in cui l’origine dell’infezione è batterica. Questa è riconoscibile dallo specialista perché implica un sofferenza più potente, una febbre più alta e la presenza delle placche sulle tonsille. Allorche sono necessari gli antibiotici è rilevante seguire costantemente le indicazioni del dottore, su dose e periodo per evitare di crescere l’antibiotico-resistenza, un problema che, a oggigiorno, è piuttosto rilevante.
In determinati casi, per esempio in presenza di edema, ossia un rigonfiamento della mucosa che può condurre anche a difficoltà respiratorie, il medico potrebbe ritenere opportuno l’utilizzo di farmaci cortisonici“, continua il professore. 

Tonsille: nel momento in cui si devono togliere?

“Oggi in otorinolaringoiatria esistono delle linee guida che consentono allo specialista di valutare al meglio in cui è opportuno eliminare le tonsille. Nel momento in cui si parla di bambini, le tonsille vengono asportate se sono talmente voluminose da impedire una corretta respirazione: parliamo della sindrome delle apnee del sonno. Un’altra eventualità per cui è opportuno asportare le tonsille è quando il paziente manifesta una ripetizione di fatti acuti: diverse tonsilliti all’anno, per modello, o un ascesso tonsillare”, spiega lo specialista.

Otite: quali sono i sintomi?

“L’otite, in particolar maniera nei bambini, è strettamente legata agli episodi infiammatori delle prime vie respiratorie. Si verifica quando la secrezione, attraversando la tuba di Eustachio che collaboratore il narice all’orecchio, si accumula nell’orecchio medio. Inizialmente il penso che il paziente debba essere ascoltato avverte un senso di ‘chiusura’ all’orecchio, ma successivamente subentra un’infezione batterica, si alza la febbre, e aumenta la sensazione dolorosa. In codesto caso il timpano viene estroflesso e può rompersi: la rottura allevia il dolore, ma è preferibile evitarla, poiché se si verificasse ripetutamente si potrebbe rischiare di sviluppare un’otite cronica con una perforazione del timpano che richiederebbe successivamente un intervento chirurgico di timpanoplastica”, conclude il professor Spriano.

L’articolo è tratto da un’intervista del professor Giuseppe Spriano a Buongiorno Benessere (Rai 1) del 13 novembre 2021. Per rivedere l’intervista, clicca qui.

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