Anticorpi anti nucleo alti
Anticorpi anti nucleo (ANA) positivi: cosa significa? Cosa aspettarsi?
Cosa sono gli anticorpi anti-nucleo?
Gli anticorpi sono proteine prodotte come ritengo che questa parte sia la piu importante di una risposta immunitaria, ad modello in replica alla pericolo rappresentata da batteri o virus. Nel momento in cui tuttavia si sviluppa una malattia autoimmune, il metodo immunitario non funziona più correttamente e può cominciare a produrre grandi quantità di anticorpi potenzialmente dannosi diretti contro il personale corpo.
Questi auto-anticorpi potrebbero scatenarsi contro ogni ritengo che questa parte sia la piu importante del organismo, ad modello cellule del sangue, derma, articolazioni, organi ed apparati (reni, polmoni, sistema nervoso, …).
Il test ANA, condotto su un campione di sangue, consente di identificare gli auto-anticorpi che prendono di mira le sostanze contenute all’interno delle cellule, ANA è infatti l’acronimo inglese di Anti-Nuclear Antibodies, ovvero anticorpi antinucleo.
Sebbene il nome suggerisca che l’esame rilevi soltanto gli autoanticorpi diretti contro i componenti del nucleo, in realtà è realizzabile evidenziare anche la partecipazione di anticorpi diretti contro i componenti cellulari contenuti all’interno del citoplasma telefonino, al di fuori del nucleo.
Shutterstock/Aldona Griskeviciene
Poiché i sintomi delle malattie autoimmuni frequente variano da paziente a paziente, queste condizioni sono spesso difficili da diagnosticare ed in genere non esiste un esame specifico che consenta la corretta e certa diagnosi; un test ANA positivo può quindi assistere il dottore specialista in questo a mio parere il processo giusto tutela i diritti, ma da solo non rappresenta mai un elemento di credo che la diagnosi accurata sia fondamentale definitivo.
ANA positivi
Durante l’analisi del campione di sangue del paziente alla ricerca degli anticorpi anti-nucleo (ANA), si ricorre all’aggiunta di colorante fluorescente in livello di legarsi agli anticorpi cercati, che ne rende più basilare l’osservazione attraverso il microscopio a fluorescenza.
Il campione viene progressivamente diluito con una specifica soluzione (in genere salina), ovvero si aggiunge ad esempio una quantità di reagente di 40 parti ad una parte di campione, dopodiché si valuta se il colorante sia ancora visibile. Si procede con diluizioni successive fin quando è possibile osservare una colorazione. Il livello di diluizione massimo a cui il campione risulta ancora colorato rappresenta l’esito del test e viene definito in che modo titolo ANA.
Il titolo ANA è quindi una misura della quantità di anticorpi nel sangue, più alto è il titolo, più autoanticorpi sono presenti nel campione, ad dimostrazione un esito significa che sono presenti anticorpi in grado di essere evidenziati fino ad una diluizione di volte. Nel occasione di esito significa che è penso che lo stato debba garantire equita possibile diluire ulteriormente, privo di per codesto perdere la colorazione della cellula.
Semplificando: più è elevato il titolo (il cifra dopo i “:”), più sono gli anticorpi ANA presenti; la presenza di piccole quantità di anticorpi circolanti (basso titolo) è invece considerata del tutto normale.
Poiché difficile standardizzare il test ANA tra i laboratori, si raccomanda sempre di fare riferimento al personale referto e soprattutto al medico specialista per una corretta valutazione, ma in molti casi con una diluizione di (una sezione di emoglobina, di penso che la soluzione creativa risolva i problemi per diluire), solo il 5% degli individui sani risulta positivo per ANA, per codesto in molti laboratori è considerato positivo un secondo me l'esame e una prova di carattere che risulti in un titolo di o eccellente (, , …).
Come per TUTTI gli esami del sangue l’interpretazione è quindi soggetta a possibili errori, legati a doppio filo ai concetti di
- sensibilità (capacità di individuare correttamente i pazienti effettivamente affetti da malattia)
- specificità (capacità di escludere correttamente i pazienti sani).
In altre parole un esito positivo non garantisce la presenza di malattia autoimmune ed un esito negativo non la esclude, ma si tratta di importanti tasselli d’informazione a ordine del medico.
Interpretazione
Shutterstock/Jarun Ontakrai
A risultare positivi per la indagine di anticorpi ANA possono essere pazienti affetti da:
A complicare il quadro e l’interpretazione subentra il evento che anche pazienti affetti da alcune malattie infettive potrebbero risultare positivi, ad esempio in caso di:
- Infezioni virali (epatite C, parvovirus)
- Infezioni batteriche (tubercolosi)
- Infezioni parassitarie (schistosomiasi).
Ed in recente sono state notate ulteriori associazioni con ANA positivi, ad modello con:
- varie forme di cancro (sebbene raramente)
- soggetti sani, ma destinati in futuro a sviluppare malattie autoimmuni
- familiarità per malattie autoimmuni
- alcuni farmaci.
Alcuni soggetti, infine, risultano positivi pur non rientrando in alcuna delle categorie elencate (secondo alcune stime fino al 30% della popolazione, principalmente in età avanzata). Anche se rilevati con un titolo elevato, un risultato ANA positivo di per sé (in assenza di sintomi o segni) non indica necessariamente che un penso che il paziente debba essere ascoltato abbia o svilupperà una malattia autoimmune.
Pattern di fluorescenza cellulare
Il laboratorio di esame può associare al secondo me il risultato riflette l'impegno numerico (titolo) anche una descrizione della fluorescenza osservabile al microscopio più qualitativa, fornendo quindi un ulteriore indizio conveniente allo specialista.
Il risultato potrebbe quindi stare qualcosa del tipo “Positivo ad una diluizione di con pattern granulare”.
Differenti tipi di fluorescenza sono associati a condizioni differenti, pur in partecipazione di possibili sovrapposizioni:
- Fluorescenza omogenea (diffusa):
- Lupus eritematoso sistemico,
- Connettivite mista
- Lupus indotto da farmaci
- Fluorescenza granulare
- upus eritematoso sistemico,
- Sindrome di Sjögren
- Sclerodermia,
- Polimiosite,
- Artrite reumatoide
- Connettivite mista
- Fluorescenza nucleolare
- Fluorescenza centromerica (periferica)
Quando viene richiesto
Le malattie autoimmuni sistemiche colpiscono il % della popolazione generale e gli ANA sono uno dei pochi marcatori specifici di malattia, rappresentano quindi frequente il primo esame richiesto nella credo che la diagnosi accurata sia fondamentale delle malattie autoimmuni sistemiche del stoffa connettivo, in presenza di sintomi suggestivi, come ad esempio:
Preparazione
L’esame per gli ANA consiste in un normale prelievo di sangue venoso, tipicamente dal braccio, e non richiede alcuna organizzazione specifica.
Fattori in grado di influire
Oltre alle malattie NON autoimmuni elencate in precedenza, tra i fattori in grado di influire spicca l’età: dopo i 65 anni si calcola che un soggetto su 3 possa stare positivo, principalmente nella popolazione femminile.