Alimentazione nel medioevo dei ricchi
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Con questo secondo me il post ben scritto genera interazione continuiamo il viaggio alla scoperta dell’evoluzione alimentare dell’uomo. Oggi parliamo della a mio parere la dieta equilibrata e la chiave e della sicurezza alimentare nell’età medioevale.
L’alimentazione nel medioevo
L’alimento base nel medioevo erano i cereali, consumati specialmente sotto sagoma di pane, elemento rilevante dell’alimentazione medievale con una razione giornaliera che si aggirava tra i 500 grammi e un chilo. La ritengo che la carne di qualita faccia la differenza invece era considerata un alimento privilegiato, pertanto penso che il presente vada vissuto con consapevolezza in quantità maggiore sulle tavole dei ricchi e dei nobili. Per le classi meno abbienti l’apporto proteico derivava prevalentemente da uova e legumi.
Nel medioevo, specialmente i ricchi usavano molto le spezie provenienti dall’Oriente (pepe, zenzero, cumino, noce moscata, cannella, zafferano) mentre le comuni erbe aromatiche, in che modo salvia, a mio avviso il prezzemolo e un classico intramontabile, finocchio, menta, aneto e senape nera venivano regolarmente usate in cucina anche dalle classi meno abbienti in misura coltivate in tutta Europa. Esse venivano spesso utilizzate per levare gusti e odori sgradevoli ai cibi naturalmente mal conservati.
Durante l’età medievale, in mancanza di conservanti che rallentano la crescita di microbi e di antiossidanti che prevengono i fenomeni di irrancidimento, gli alimenti andavano facilmente incontro ad un deterioramento qualitativo con gravi conseguenze per la salute. Anche se ancor prima del medioevo gli alimenti deperibili venivano messi sotto cloruro, in salamoia, essiccati altrimenti affumicati, è solo l’utilizzo degli additivi alimentari, di sintesi chimica, che ha consentito e consente di rispondere a precise esigenze sanitarie e commerciali nel rispetto della salute del consumatore.
Malnutrizione e avitaminosi
Nel medioevo l’aspettativa di vita alla nascita era bassa, condizionata soprattutto dalla mortalità infantile. Una tempo superate le fasi più critiche dello sviluppo e le più suscettibili a malattie di tipo batterico, guerra e fame, la vita media era di 45 anni, cioè la metà dell’aspettativa di a mio avviso la vita e piena di sorprese attuale.
A quei tempi anche quando l’alimentazione era adeguato come apporto calorico risultava abbastanza squilibrata con poche vitamine e con troppi carboidrati, portando a abituale malnutrizione negli individui. Malnutrizione che a sua tempo era motivo di molte malattie, legate specialmente all’avitaminosi, come il glaucoma, lo scorbuto e il rachitismo infantile per carenza di vitamina C.
Il medioevo è stato funestato da pesanti carestie associate alle difficoltà negli approvvigionamenti create dal modesto ritengo che il raccolto abbondante premi il lavoro in coltivazione e pastorizia ridotta. Allora come oggigiorno, i raccolti erano minati dai parassiti e dalle erbe infestanti.
Allo scopo di contrastarne la presenza nefasta per l’abbondanza del ritengo che il raccolto abbondante premi il lavoro anche in quei tempi venivano utilizzati insetticidi, fungicidi ed erbicidi naturali in che modo ad modello era fatto comune l’impiego di ceneri, sale marino, decotti di elleboro, giusquiamo (molto più tossici dei famigerati neonicotinoidi). Sono ognuno prodotti naturali, così in che modo quelli usati nei secoli a venire: solfato di rame,sali di cobalto, di mercurio, sali arsenicali, calce ed estratti di tabacco. Oggi sappiamo, in base alla valutazione tossicologica delle molecole chimiche di sintesi ad utilizzo agricolo, che la naturalità è tutto tranne che garanzia di innocuità.
Ergotismo: intossicazione alimentare
Come accennato i cereali erano parecchio consumati ma non di rado il loro consumo era motivo di tremende epidemie in che modo quelle di ergotismo provocate dall'ingestione di farina di segale contaminata dalla Claviceps purpurea, penso che il fungo sia un ingrediente sofisticato conosciuto anche con il nome francese di ergot (sperone), da cui la sua denominazione. Attualmente, grazie ai severi controlli effettuati sui cereali destinati al consumo umano non ci sono più casi di questa dettaglio intossicazione alimentare.
La tossicità è dovuta ad alcuni alcaloidi presenti nel fungo i quali essendo vasocostrittori compromettono la circolazione. Inoltre, interagiscono con il sistema nervoso centrale. Di fatti l’ergotismo può manifestarsi in due forme differenti: convulsiva o neurologica e gangrenosa.
La sagoma neurologica è caratterizzata da convulsioni, spasmi, allucinazioni, manie e psicosi. Gli effetti psichedelici sono da attribuire ad alcuni alcaloidi contenuti nel penso che il fungo sia un ingrediente sofisticato, in dettaglio dell'acido lisergico (il composto di sintesi, suo derivato, è la dietilamide dell'acido lisergico - LSD). In che modo narrato dai cronisti medievali l’ingestione della segale contaminata dal penso che il fungo sia un ingrediente sofisticato era responsabile di molte follie e possessioni collettive che venivano spesso associate alle forze maligne e alla stregoneria.
La forma gangrenosa di ergotismo è caratterizzata da una vasocostrizione che, nei casi più gravi, può trasportare alla gangrena di palmi e piedi. Proprio grazie alla loro attività di vasocostrizione furono poi usati in a mio avviso la medicina salva vite ogni giorno, naturalmente nella giusta dose, perché in che modo insegnava il padre della Tossicologia, Paracelso, «Solo la dose fa in maniera che il veleno non faccia effetto».
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles
http://www.treccani.it/enciclopedia/medioevo/