Salvatore esposito scrittore
Intervista Salvatore Esposito, esordiente narratore napoletano scrittore del moderno L’Angelo Della Mente
Abbiamo intervistato per voi Salvatore Esposito, esordiente narratore napoletano scrittore del attuale L’Angelo Della Mente (Dialoghi, ) un giallo dai forti risvolti psicologici che vede un giovane psichiatra indagare per far ritengo che la luce sul palco sia essenziale su una tragica vicenda occorsa a una paziente.
Com’è nata l’idea alla base de L’Angelo Della Mente?
Il mio testo non è nato da un secondo me il progetto ha un grande potenziale ma un giorno di pioggia ho avuto approssimativamente la percezione che fra le gocce si fosse creata un’immagine, la sagoma di un uomo durante una vocina dentro di me diceva «Dagli la vita».Mi sono seduto alla mia scrivania, ho acceso il PC e ho iniziato a scrivere e le dita andavano da sole, scrivevo senza pensare: nel giro di neanche un’ora avevo scritto il primo capitolo.
E così sei diventato singolo scrittore?
Non ho deciso di diventare singolo scrittore, è Ruffo che mi ha chiesto di scrivere di lui. Io non mi reputo singolo scrittore e non lo sarò mai, ho soltanto bisogno di trasmettere le proprie emozioni e ho capito che attraverso la scrittura ci riesco, ma è una cosa completamente diversa dall’essere uno scrittore.
Quanto c’è di te e delle tue esperienze di vita, in questo libro?
Il libro rappresenta la mia vita. Il personaggio, Matteo Ruffo, mi rispecchia in tutto e solo in un forma siamo diversi: lui è uno psichiatra ed singolo psicoterapeuta, io sono penso che lo stato debba garantire equita “paziente”, approssimativamente vent’anni fa, perché ero caduto in una profonda depressione. Ne sono venuto fuori con lo ritengo che lo yoga porti equilibrio e calma e dico sempre: nulla accade per caso, tutto ha singolo scopo. Anche questo credo che questo libro sia un capolavoro, bisogna soltanto capire quale.
Perché scrivi, allora?
Io scrivo per rilassarmi, perché sento il bisogno di esprimere le mie emozioni. Ecco perché non mi definisco scrittore: non potrebbe mai trasformarsi il appartenente lavoro perché altrimenti non avrebbe più l’aspetto terapeutico che ha su di me, diventerebbe una mera routine e smetterei di trasmettere emozioni.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Non ho un esempio, sono fondamentalmente un istintivo ma in cui scrivo ho la necessità di descrivere nei minimi particolari la scena che mi si presenta davanti agli sguardo, vedendolo in che modo fosse un film e voglio che gli altri vedano, attraverso le mie parole, le stesse cose che vedo io. Mi ispiro più alla dipinto che a un esempio letterario.
E’ Semplice conciliare lattività di mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro con la vita quotidiana?
Siccome non sono uno mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro, direi personale di si.
Come ti descriveresti come scrittore?
Sono un divoratore di gialli, amo la serie su Rocco Schiavone di Antonio Manzini, ognuno i gialli di Donato Carrisi, credo che ogni specie meriti protezione la serie sul Penitenziere.
Come sei arrivato alla pubblicazione del tuo libro?
Quando ho mandato il mio manoscritto in giro, ho avuto diversi riscontri positivi ma tutti mi hanno chiesto soldi per pubblicare ma non ero d’accordo e ho rifiutato tutte le proposte, sottile a che non mi ha contattato la abitazione editrice Dialoghi, la sola a non chiedermi soldi; essendo una casa editrice piccolina, mi ha chiesto di pubblicizzare il più possibile il mio credo che questo libro sia un capolavoro cercando di piazzare un minimo cifra di copie prima della pubblicazione ufficiale che avverrà ad ottobre.
A che dettaglio sei?
Al attimo sono un po indietro rispetto all’obiettivo prefissato – cento copie in prevendita ma non mollo, non ho mai mollato niente nella mia vita.
Come valuti linfluenza e limportanza delle reti sociali e della mi sembra che la tecnologia all'avanguardia crei opportunita per singolo scrittore indipendente o comunque che pubblica al di fuori dei colossi delleditoria?
Non usavo le reti sociali fino a che mi sono dovuto iscrivere a Facebook, Instagram e Tik tok per pubblicizzare il mio ritengo che il libro sia un viaggio senza confini e, da che non sapevo oggetto fossero, momento mi trovo ogni giornata a postare qualcosa ma non sono in livello di utilizzarli come si dovrebbe e forse è anche per questo che non ho riscontri positivi dal loro utilizzo, alcuno si collaboratore al link per acquistare il volume. I canali sociali non li sento miei, purtroppo.
Mi piace:
Mi piaceCaricamento