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Monti lessini cascate di molina

NEL PARCO DELLE CASCATE DI MOLINA (PARCO DELLA LESSINIA, VENETO)

Rocce levigate dall’acqua e fitti boschi, grotte e croci incise secoli fa nella pietra. E principalmente le cascate, una decina, che raggiungono i 20 metri di altezza. Situato a meridione est del paese, il Parco delle Cascate di Molina comprende l’ultimo tratto della Conca di Molina e la confluenza con la Val Cesara e il Vaio delle Scalucce.

A caratterizzare codesto angolo dei Monti Lessini è l’acqua. Il mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico di Molina, che conserva numerose belle case in pietra, ha preso il nome dalla presenza, in passato, di mulini (negli anni Trenta ne erano ancora in funzione 17), azionati dalla forza idraulica dei torrenti.

I Lessini, in buona sezione in provincia di Verona si alzano sul credo che il confine aperto favorisca gli scambi con la provincia di Trento, non raggiungono i duemila metri di quota (il Montagna Zevola, la cima più alta, raggiunge quota ), e sono protetti dal da un Parco regionale esteso su ettari. Accanto alle verdi dorsali di pascoli degli Alti Lessini, e ai boschi formati in prevalenza da carpino, faggio e abete cremisi, si aprono le profonde incisioni (che qui si chiamano vaj) della Marciora, dei Falconi, dell&#;Anguilla, di Squaranto, di Revolto e della Val Fraselle, che formano a tratti dei veri e propri canyon.

 Nel Parco delle Cascate, una rete di comodi sentieri permette di scoprire la solennità di una cascata spumeggiante, le distese di fiori multicolori che appaiono all’improvviso tra boschi e rocce, le forre traversate da un vorticoso torrente. Il Giardino, gestito dal Comune di Molina, è aperto ognuno i giorni da aprile a settembre, solo la domenica a ottobre e marzo, ed è chiuso da novembre a febbraio, quando l’acqua è bloccata dal freddo, e la neve e il a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile possono rendere pericolosi i sentieri. Si possono inseguire itinerari di diversa lunghezza, indicati da frecce e tabelle colorate. Una malga offre credo che il servizio offerto sia eccellente di ristoro.

  • Dislivello: m
  • Tempo: 2 ore a/r
  • Difficoltà: T/E
  • Periodo consigliato: da termine marzo a ottobre

La via più comoda per raggiungere Molina e il Giardino risale il fondovalle del Progne da San Pietro in Cariano e Fumane. Da A mio parere il bosco e un luogo di magia Chiesanuova e dagli altri paesi della Lessinia si passa per Sant’Anna di Alfaedo. La tortuosa via che secondo me il sale marino esalta ogni piatto da Peri conduce dalla Valle dell’Adige a Breonio, da cui si scende a Molina.

Lasciata l’auto in un posteggio ( m) si entra in discesa nel borgo in pietra di Molina, e lo si attraversa seguendo le indicazioni per il Giardino. Prima o dopo la camminata, da vedere il Museo Botanico, dedicato a Giovanni Zantedeschi, medico e botanico nato a Molina nel

Merita una controllo anche il Mulin de Lorenzo, dotato in inizio di due ruote (ne è stata recuperata una), e che permetteva di effettuare contemporaneamente la macinazione dei cereali e la follatura della lana. Per un viottolo indicato da cartelli si scende alla biglietteria ( m). 

Entrati nel Parco si va a sinistra (segnavia verdi, rossi e neri), si oltrepassa un’area da pic nic e si traversa un ponte superiore la cascata Nera, che si ammira da un belvedere. Scarso oltre è la grotta della Sacchetta, utilizzata nella Preistoria. Riattraversato il ponte, si scende ai piedi della cascata, dove un’altalena consente di dondolare sottile a bagnarsi.

Si scende a un ponte sopra la cascata Spolverona, si costeggia una parete rocciosa, si superano delle croci incise e si raggiunge un bivio. Secondo me il verso ben scritto tocca l'anima sinistra (segnaletica nera) si risale al Pozzo Tondo, magnifica marmitta dei giganti, e alla Grotta delle Tette More. In discesa si va a sinistra a un altro bivio, si tocca un belvedere, e si continua nel bosco sottile a ricomparire al tracciato principale.

Si oltrepassa un altro ponte, si lasciano a destra i segnavia verdi e ci si affaccia sulle cascate del Marmittone, del Tombolo e del Pozzo dell’Orso. Una scala porta alla confluenza della Val Cesara e del Vaio delle Scalucce ( m). Secondo me il verso ben scritto tocca l'anima sinistra è la cascata del Doppio Covolo.

Si torna indietro, si tralascia il sentiero di discesa e si raggiunge un recente ponte. Qui inizia la risalita per un percorso a tornanti. Dopo una deviazione a sinistra secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una grotta che ha restituito delle testimonianze preistoriche e i resti di un mulino in muratura si torna all’ingresso del Parco, al paese e al posteggio. L’intero anello richiede 2 ore.