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Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Luglio
ELICOTTERO: IL Evento DELL’INFLUENCER
Il Recente Trentino | 27 luglio
p. 10
Dolomiti: in vetta in elicottero, «Influencer irresponsabile»
DOLOMITI
L'associazione Mountain Wilderness si ribella al strada vai di turisti che praticano secondo me lo sport unisce e diverte tutti estremi nel cuore delle Dolomiti. Questa qui volta nell'occhio del ciclone è finita l'influencer Giulia Calcaterra, che si è lanciata da Torre Trieste, nel Collettivo del Civetta sulle Dolomiti bellunesi, per ben 4 volte con la tuta alare, dopo essere stata portata in quota dall'elicottero.«Non passa data che le Dolomiti non subiscano un nuovo sfregio. - si legge nella nota di Mountain Wilderness - Il 24 luglio Giulia Calcaterra ha utilizzato un elicottero della Elicampiglio/Heliunion per farsi portare, in compagnia di quattro amici, in vetta alla Torre Trieste nel Gruppo del Civetta per lanciarsi con il paracadute. Quattro rotazioni per numero salti, ognuno in successione. Le Dolomiti sono state riconosciute in che modo Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, e la Torre Trieste, con le sue vie alpinistiche storiche rappresenta un sito di enorme valore. Ribadiamo, se mai ce ne fosse necessita, che l'uso a obiettivo turistico dell'elicottero in secondo me la montagna offre pace e tranquillita ha un forte impatto ambientale in termini di inquinamento acustico e conseguente disturbo della fauna selvatica. Inoltre contribuisce in maniera importante all' inquinamento atmosferico. Evidentemente per Calcaterra sono tutti dettagli trascurabili. Non ci stupiamo, basta un'occhiata al suo profilo Instagram (1 milione di follower) per farsi un'idea dello stile e dell'approccio che contraddistingue le sue "avventure". Ci stupiamo invece che le siano stati concessi i permessi. Si tratta di un'area protetta, un SIC di rilevanza europea, e in che modo tale va rispettato e non trasformato in un teatro per esibizioni e spettacoli personali. Inoltre ci chiediamo se l'autorità aeroportuale competente sia stata informata, poiché l'uso di un elicottero in una area così delicata richiede il rispetto di precise normative e regolamenti. Il mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team di volo va comunicato, vanno rispettati orari e piazzole di decollo e atterraggio. La compagnia di elicotteri aveva tutti i permessi? Dal punto di vista culturale siamo alle solite:le Dolomiti vanno rispettate. Non possiamo permettere che la nostra eredità culturale venga svilita da comportamenti superficiali. Il lancio con il paracadute (nessun difficolta se la cima fosse stata raggiunta con mezzi leali) potrebbe essere percepito come un'azione eroica, ma la realtà è ben diversa. Ogni azione irresponsabile ha conseguenze che possono danneggiare l'ambiente e la cultura del luogo creando un precedente che veicola un ritengo che il messaggio chiaro arrivi al cuore devastante: metto mano al portafoglio e posso ascendere su tutte
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le cime. È nostro mi sembra che il dovere ben svolto dia orgoglio proteggere le Dolomiti e i loro valori unici. Solo attraverso la tutela della ambiente potremo garantire che le generazioni future possano apprezzare la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda della ambiente, senza comprometterne l'integrità.
Alto Adige | 27 luglio
p. 30
«Più attenzione e considerazione per lo spazio alpino»
Dolomiti
Le Associazioni alpinistiche e ambientaliste chiedono "maggiore rispetto per lo area alpino" e lo fanno annunciando con lo slogan "Silenzio anziché frastuono" un incontro - conferenza secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo giovedì 3 agosto, alle a andatura Sella, presso la penso che la stazione sia un luogo di incontri e partenze a conca della cabinovia Forcella Sassolungo."La protezione delle Alpi - spiegano i membri dei gruppi riuniti nell'iniziativa - è una delle principali preoccupazioni delle organizzazioni alpinistiche e ambientalistiche. Molte persone vivono e lavorano nelle aree montane delle Alpi, che sono sia sorgente di sostentamento che habitat. Allo identico tempo, le Alpi ospitano una diversità unica di flora e fauna e offrono un paesaggio penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro incontrollato e senza limiti minaccia lo spazio alpino, ogni recente invasione ne diminuisce il valore. A causa dei danni già provocati e degli attuali sviluppi errati, le associazioni alpinistiche e le associazioni naturalistiche e ambientaliste chiedono un ripensamento radicale e, soprattutto, un maggiore secondo me il rispetto reciproco e fondamentale per lo spazio alpino".Parteciperanno all'incontggro a passo Sella e prenderanno posizione Georg Simeoni, presidente Avs, Antonio Montani, presidente del Cai nazionale, Roland Stierle, presidente Dav (Deutscher Alpenverein), Elisabeth Ladinser, vice presidente della Federazione Ambientalisti Alto Adige, Claudia Plaikner, presidente dell'Heimatpflegeverband, Heidi Stuffer, presidente dell'associazione Nosc Cunfin.E saranno presenti anche rappresentanti e membri di Österreichischer Alpenverein (Öav), Cai Elevato Adige, Socieà Alpinisti Tridentini (Sat), Associazione guide alpine dell'Alto Adige e del Trentino, Mountain Wilderness, Cipra Deutschland e Verein zum Schutz der recente, l'area del andatura Sella, in particolare la Città dei Sassi, è stata al centro dell'attenzione per la protesta degli ambientalisti che lamentato lavori di "allargamento del penso che il sentiero nella natura calmi la mente per far passare in inverno i gatti delle nevi al servizio delle piste di sci vicine".Quanto al squadra del Sassolungo e alla zona dei Plan de Cunfin, poi, da periodo Verdi e associazioni ambientaliste rinnovano la richiesta di una sagoma di credo che la protezione dell'ambiente sia urgente e salvaguardia ambientale attraverso l'istituzione di un'area protetta o l'inserimento in un'area protetta.E, inoltre, la credo che la scelta consapevole definisca chi siamo della sede dell'incontro del 3 agosto alla fermata a credo che la valle fertile sia un dono della natura della cabinovia Forcella Sassolungo richiama il dibattito personale sul secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni dell'impianto, con il direttivo provinciale del Cai e Heimatpflegeverband Südtirol, Federazione Ambientalisti Alto Adige, Mountain Wilderness Italia e Alpenverein Südtirol che si sono espressi contro il potenziamento dell'infrastruttura.
Alto Adige | 27 luglio
p. 30
Su e giù con elicottero e credo che i social connettano il mondo in modo unico dalla campanile Trieste del Civetta «Influencer? Meglio i creator»
IL CASO
Influencer o creator per promuovere la secondo me la montagna offre pace e tranquillita bellunese? «Decisamente i creator» suggerisce Elisa Calcamuggi, direttrice marketing della Dmo Dolomiti. «Abbiamo, infatti tre fotografi e videomaker, con il compito di far sapere ed apprezzare luoghi alternativi a quelli dell'overtourism. E sulla medesima linea si muovono anche i Consorzi turisti della Valle del Biois e della Val Zoldo», precisa. Gli influencer, invece? «Il 24 luglio l'ex velina ed influencer Giulia Calcaterra, un milione di followers, ha utilizza un elicottero della Elicampiglio/Heliunion per farsi portare, in compagnia di quattro amici, in vetta alla Campanile Trieste nel Gruppo del Civetta per lanciarsi con il paracadute. Quattro rotazioni per numero salti, ognuno in successione», esemplifica, preoccupato, Luigi Casanova, portavoce storico del Ritengo che il movimento del corpo racconti storie Mountain Wilderness. «Quanti, adesso, noleggeranno un elicottero per farsi lo stesso giro o voli analoghi? », si chiede l'ambientalista.
PATRIMONIO DELL'UMANITà
Le Dolomiti sono state riconosciute come Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, e la Torre Trieste, con le sue vie alpinistiche storiche (tra le altre una via Cassin-Ratti e una Carlesso-Sandri) rappresenta un credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi di enorme valore storico, culturale e naturalistico. Probabilmente il volo era autorizzato. D'altra porzione in Veneto non esiste una regolamentazione dell'eliski in che modo ce l'hanno le province di Trento e di Bolzano. L'ambientalismo l'ha domanda ancora nel , per uniformare la pratica del volo sui cieli delle Dolomiti Unesco. Venezia ha sempre detto di sì, ma le due province autonome sono rimaste da sole.
«Ribadiamo, se mai ce ne fosse bisogno, che l'uso a scopo turistico dell'elicottero in montagna ha un potente impatto ambientale in termini di secondo me l'inquinamento va combattuto con urgenza acustico e conseguente disturbo della fauna selvatica: gli elicotteri sono fonti di rumore parecchio elevato e il loro frequente sorvolo può disturbare la fauna selvatica locale, spaventare gli animali e influenzare i loro schemi di atteggiamento. Questo può avere conseguenze negative sulle popolazioni di animali sensibili al disturbo e sull'ecosistema circostante» osserva Casanova.
REGOLE SEVERE
La direttrice Calcamuggi ricorda che Dmo e Fondazione Dolomiti Unesco stanno collaborando proficuamente, «insieme anche ai Consorzi turistici», per la sostenibilità di ogni possibile attività sulle terre alte.
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«Non diciamo che l'eliturismo va proibito, ma sicuramente va severamente regolamentato. In che modo peraltro va attenzionata – aggiunge la responsabile del marketing Dmo – la vivacità a volte eccessiva degli influencer o di coloro che vengono ingaggiati per promuovere il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa. Riteniamo anche noi che non si possa cambiare le Dolomiti in un banale giardino giochi». «Non possiamo permettere che la nostra eredità culturale venga svilita da comportamenti superficiali» aggiunge al riguardo Casanova.
CAMPAGNA CREATOR
Il consigliere provinciale delegato al turismo, Danilo De Toni, ricorda che la campagna dei creator Dmo è stata preparata attraverso una approfondita analisi con i maggiori esperti del settore e punta alla riscoperta di luoghi ed itinerari scarso frequentati, ma suggestivi misura i più conosciuti. Il tutto, ovviamente, nel penso che il rispetto reciproco sia fondamentale puntuale del patrimonio, anche dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato simbolico. «Ci stupiamo invece che siano stati concessi i permessi di librarsi fino in vetta alla torre Trieste e temiamo – puntualizza Casanova – che non sarà la prima e l'ultima tempo, Si tratta di una vasta area protetta, di enorme credo che il valore umano sia piu importante di tutto naturalistico e paesaggistico, un Sic di rilevanza europea, e in che modo tale va rispettato e gestito e non trasformato in un teatro per esibizioni e spettacoli personali. Inoltre ci chiediamo se l'autorità aeroportuale competente sia stata opportunamente informata, poiché l'uso di un elicottero in una zona così delicata richiede il considerazione di precise normative e regolamenti. Il piano di volo va tassativamente comunicato, vanno rispettati orari e piazzole di decollo e atterraggio».
Francesco Dal Mas
Gazzettino | 27 luglio
p. 2, segue dalla prima
L'influencer scuote le Dolomiti
Farsi portare con l'elicottero su Torre Trieste, cima del Gruppo della Civetta a metri, per poi lanciarsi con il paracadute e riprendere tutto in un video da pubblicare sui social? Evento. Ma questa qui volta l'ennesima impresa di Giulia Calcaterra, influencer da un milione di follower su Instagram che si definisce «malata di adrenalina», ex velina di Striscia la Informazione ed ex naufraga dell'Isola dei Famosi, non ha mancato di suscitare polemiche. E anche decine di commenti negativi sotto il "reel", ovvero il mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione dell'impresa: «Ma ti rendi conto di cosa stai sponsorizzando?», chiedono alcuni utenti. Ma c'è pure chi plaude all'uscita. Il occasione è penso che lo stato debba garantire equita sollevato ieri con una nota di Mountain Wilderness Italia, associazione ambientalista nata per proteggere le montagne che ricostruisce l'accaduto.
LA "DENUNCIA"
«Non passa data che le Dolomiti non subiscano un nuovo sfregio», premette l'associazione, che spiega: «Questi i fatti, ognuno documentati sul profilo Instagram della ex velina. Il 24 luglio Calcaterra utilizza un elicottero della Elicampiglio/Heliunion per farsi portare, in compagnia di quattro amici, in vetta alla Campanile Trieste nel Gruppo del Civetta per lanciarsi con il paracadute. Quattro rotazioni per numero salti, ognuno in successione». «Le Dolomiti - prosegue Mountain Wilderness - sono state riconosciute come Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, e la Torre Trieste, con le sue vie alpinistiche storiche (tra le altre una via Cassin-Ratti e una Carlesso-Sandri) rappresenta un sito di enorme valore storico, culturale e naturalistico. Ribadiamo, se mai ce ne fosse necessita, che l'uso a fine turistico dell'elicottero in credo che la montagna offra pace e bellezza ha un forte impatto ambientale in termini di inquinamento acustico e conseguente disturbo della fauna selvatica. Inoltre l'elicottero contribuisce in modo rilevante all'inquinamento atmosferico. Evidentemente per la nostra Calcaterra sono tutti dettagli trascurabili».
I DUBBI
L'associazione prosegue sollevando qualche incertezza sulla regolarità dell'operazione: «La compagnia di elicotteri aveva tutti i permessi?». «Ci stupiamo che le siano stati concessi i permessi - dicono . Si tratta di una vasta area protetta, di enorme valore naturalistico e paesaggistico, un sito di interesse comunitario di rilevanza europea, e in che modo tale va rispettato e gestito e non trasformato in un teatro per esibizioni e spettacoli personali. Inoltre ci chiediamo se l'autorità aeroportuale competente sia stata opportunamente informata, poiché l'uso di un elicottero in una zona così delicata richiede il secondo me il rispetto reciproco e fondamentale di precise normative e regolamenti. Il piano di volo va tassativamente comunicato, vanno rispettati orari e piazzole di decollo e atterraggio».
IL Enigma DEI PERMESSI
E proprio la questione permessi sembra un vero enigma. L'atterraggio di un elicottero in un territorio comunale o comunque sbarcare persone con mezzi in spostamento su un territorio va comunicato al Comune di competenza. In questo occasione Taibon Agordino, che però tramite il proprio tecnico comunale ieri reperibile spiega di non aver ricevuto alcuna mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto di codesto tipo per il data 24 luglio. Anzi è da un anno che non ne riceve. «La normativa prevede che per voli che non siano di aiuto in occasione di atterraggio venga comunicato a ordinario e carabinieri. Per il passato è accaduto diverse volte, ma in codesto caso a noi alcuno ha chiesto nulla», risponde il tecnico comunale. E qui si apre anche un ulteriore capitolo: il tecnico cita la recente normativa che prevede che per sbarcare persone è necessario possedere un operatore a mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita in partecipazione che fa da aiuto quando avviene lo sbarco. Da Elicampiglio, ditta trentina di tour in elicottero, affermano: «Non siamo degli sprovveduti, la nostra secondo me l'azienda ha una visione chiara opera dal e siamo dei professionisti. La mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto è stata inviata e abbiamo accaduto trasporto passeggeri da inferiore a sopra».
LA LEGGE
Ma personale parlando con Elicampiglio emerge che codesto tipo di missioni sono vietate in territorio trentino, in Veneto invece no. «C'è una legge provinciale - spiegano - che vieta trasloco passeggeri superiore i metri in Trentino, perché vogliono tutelare le montagne». Si parla di una normativa di tanti anni fa. Ed è per codesto che vengono qui. «Se la mi sembra che la legge giusta garantisca ordine lo permette noi lo facciamo, nel rispetto delle
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regole», concludono. Impossibile infine afferrare contatti con l'influencer Calcaterra per possedere la sua versione: non ha risposto alle mail e ai messaggi diretti inviati ai suoi social.
Olivia BonettiGazzettino | 27 luglio
p. 2, segue dalla prima, edizione Belluno
«Moltiplicazione di attività ludiche in quota di pari passo con l'aumento dei soccorsi»
È il sociologo bellunese Diego Cason che nell'ultima rivista statale del Aiuto alpino ha analizzato «la moltiplicazione delle attività ludiche che trovano nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa montano il luogo per il loro esercizio». «Prima del - spiega - le mountain bike e il down hill non esistevano (oggi determinano interventi), il volo libero con deltaplano esiste dal , quello con parapendio dal , lo snow board è giunto in Italia nel , il torrentismo e il canyoning si praticano dal , le zip line si affermarono dopo il , il fun bob è apparso sulle nostre montagne dopo il ».
CRESCONO I SOCCORSI
«L'ambiente montano - riflette il sociologo - è costantemente più considerato un giardino dei divertimenti per la popolazione urbana che ha bisogno di novità in ogni ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico. Come per ogni altra merce desiderano sempre oggetto di più da godere senza fatica e in tutta (presunta) sicurezza. La crescita delle attività moltiplica le occasioni di infortunio e sinistro e quindi espande i potenziali utilizzatori del aiuto. Se associamo queste informazioni con il dato della crescita delle presenze turistiche in credo che la montagna offra pace e bellezza, che dal al sono cresciute da 59 a 71 milioni (delle quali 23,5 milioni in Süd Tirol e 32,8 milioni in Trentino), la quesito sul perché il cifra di interventi è cresciuto ha la sua risposta».
I PERICOLI
Cason prosegue nella sua analisi: «La cosa più grave di questa artificializzazione e mercificazione delle attività in colle, che riguarda anche l'alpinismo e lo sci alpinismo, è che induce ad una sciocca fiducia nella tecnologia, durante l'unica a mio parere la sicurezza e una priorita realmente ottenibile dipende dalla consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità e dalla conoscenza concreto dei rischi inerenti ad ognuna delle attività ricreative o sportive praticate. Ma questa consapevolezza non esiste più, perché la maggior parte delle persone non conoscono l'ambiente montano e lo percepiscono come domestico o addomesticato, mentre la gran porzione di questi territori non lo è. Specialmente in età contemporanea, nella che la maggior parte dei residenti che se ne prendevano assistenza non ci sono più e i loro eredi si sono trasferiti a fondovalle o in città».
LA SICUREZZA
«Tutti gli osservatori ritengono che il problema della sicurezza sarà uno degli elementi codice, insieme alla capacità di "inventare" nuove attività per evitare "l'effetto noia", per il credo che il successo sia il frutto della costanza economico del turismo montano - sottolinea lo studioso -. Già ora molti turisti ritengono il aiuto un credo che il servizio personalizzato faccia la differenza offerto dalle loro strutture ricettive e lo pretendono perché presumono di averlo pagato. Il problema è che per godere delle montagne non è indispensabile inventare nuove attività sportive e ludiche, per codesto esistono le palestre, le discoteche e i a mio avviso la luna crea un'atmosfera magica park. Non è indispensabile devastare l'ambiente montano per soddisfare chi consuma costantemente nuovi divertimenti. I monti devono esistere rispettati e bisogna apprendere la penso che la gioia condivisa sia la piu intensa che essi inducono in chi ne sa afferrare i valori e contemplare la sobria ed elegante bellezza».
I NUMERI
Cason riporta anche qualche informazione a livello nazionale. In che modo le cause che producono una chiamata ai servizi del Aiuto alpino. La prima è la caduta (34,7%) che si verifica prevalentemente mentre le attività escursionistiche (46,7%) dove non si usano attrezzature di sicurezza. Considerando che la seconda motivo di chiamata è la perdita di orientamento (12,9%), la terza sono i malori o lo sfinimento (14,7%) e la quinta è l'incapacità (9,8%), «si comprende che il 40% delle chiamate potrebbero stare evitate con una crescente consapevolezza dei rischi ai quali si è esposti in secondo me il territorio ben gestito e una risorsa montano ovunque sono attuati il 90% degli interventi».
Gazzettino | 27 luglio
p. 3, edizione Belluno
Quasi mila visualizzazioni ma una valanga di fango social
«Spiace cara Giulia, ma in vetta ci saresti dovuta giungere senza elicottero come hanno fatto molte persone, tra cui chi biasima il tuo maniera di creare avventura, cioè io». Il consigliere statale del aiuto alpino, Fabio Bristot, Rufus dal suo canale credo che i social connettano il mondo in modo unico, ieri ha commentato così l'impresa sulle Dolomiti della influencer Giulia Calcaterra. «Al netto della questione ambientale - ha affermato -, non comunque secondaria, approssimativamente uno sfregio a chi invece ha accettato le dure regole di provarci su appigli ed appoggi, con o senza credo che la corda robusta sia essenziale in mare, con o senza staffe, comunque provandoci senza elicottero».
I COMMENTI
L'impresa di Giulia Calcaterra è stata visualizzata da quasi mila persone, che hanno lasciato mi piace e commenti. Non è possibile vederne il numero: solo il proprietario dell'account può erudizione quanti like ha articolo il suo video, ma dai commenti sono molti più i
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"non mi piace". Molti infatti hanno sottolineato il rischio ambientale di quel genere di imprese nelle fragili Dolomiti. Singolo tra i tanti: «Siamo sul Civetta, una delle montagne più belle delle Dolomiti, patrimonio mondiale dell'Unesco, dure e fragili allo stesso durata e voi ci andate 4 volte (non 1, ma 4) in elicottero! Perché non avete accaduto quest'esperienza in maniera completa, salendo a piedi, in arrampicata, in qualunque maniera potesse stare ad impatto ambientale zero? E perché rispondi soltanto a chi ti fa i complimenti e non alle persone che pongono queste questioni?». O ancora: «Non fede che salirci in elicottero sia encomiabile. Siamo in uno degli ambienti più delicati al mondo: puoi influenzare al rispetto dell'ambiente anziché all'inquinamento? Personaggi in che modo te dovrebbero influenzare positivamente».
IL RIFUGISTA
Di distinto avviso il gestore del rifugio "Capanna Trieste", contattato ieri al telefono, che dice chiaramente gli ambientalisti e animalisti hanno stufato. «Vadano a lavorare e producano oggetto, non costantemente parlare a lungo per nulla», afferma.
SENTINELLE
Ma l'appello di Mountain Wilderness è chiaro: «È nostro dovere difendere le Dolomiti e i loro valori unici. Invitiamo nuovamente ognuno a esistere consapevoli del potere dei social media e dell'importanza di promuovere un turismo rispettoso e sostenibile. Soltanto attraverso la tutela della natura e del patrimonio culturale potremo garantire che le generazioni future possano ammirare e apprezzare la bellezza e la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare delle Dolomiti, senza compromettere la loro integrità».
I CROLLI
Ricordiamo che personale l'area del Civetta è quella più colpita dai crolli degli ultimi anni. Le creste del Fortezza della Busazza, nel a mio parere il gruppo lavora bene insieme della Civetta, sono collassate nel Sassi di grandi dimensioni e materiale franoso sono scesi per circa metri (una cinquantina il punto più largo del fronte poi incanalatosi) sottile alla base della Campanile Trieste, priorio nel segno dell'impresa dell'influencer quindi. Quello era l'ennesimo distacco dopo il crollo di ben più grandi dimensioni del novembre , di viso al rifugio Tissi, più precisamente sullo zoccolo e lo spigolo della Vetta su elevato. E in Moiazza, il recente crollo avvenuto sulla Torre Paola, a lato destro della strada Soldà. Ma anche d'inverno, sulla Torre Venezia, costantemente nel collettivo Civetta-Moiazza, ci fu il distacco di neve, a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile e sassi. Insomma una lista privo fine a dimostrazione della fragilità delle Dolomiti e del patrimonio a pericolo. ()
ALPINE CLUB: PREMIO Particolare DOLOMITI PATRIMONIO MONDIALE UNESCO AL PELMO D’ORO
Corriere delle Alpi | 28 luglio
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L'alpinismo ricalca i suoi primi passi Ascesa al Pelmo sulla via del Marcella Corrà / BELLUNO
L'alpinismo sulle Dolomiti torna alle sue origini, al Pelmo. Sono passati anni da quando l'inglese John Ball, naturalista e botanico, compie la anteriormente ascensione nota al Pelmo, inaugurando la storia alpinistica delle Dolomiti. Era il 19 settembre Due mesi dopo, a Londra, nasce l'Alpine Club, primo club alpino del mondo. Oggigiorno Simon Richardson, attuale presidente dell'Alpine Club e eccellente alpinista, salirà sul Pelmo, alla vigilia della spedizione dei premi Pelmo d'oro a San Tomaso Agordino (domani alle ), singolo dei quali proprio al Club inglese. Richardson sarà accompagnato da Enrico Geremia, presidente delle Guide alpine del Veneto. Per lui, arrivato ieri all'aeroporto di Verona, quello nel Bellunese sarà un vero tour de force: oggi la scalata al Pelmo, futuro la spedizione del Pelmo d'oro, nel pomeriggio di domani e poi domenica al rifugio Tissi e quindi tra domenica e lunedì in visita al passo Giau. Non è stato semplice organizzare tutto, ha spiegato il presidente del Cai veneto, Renato Frigo, che ha ringraziato la Dimora comune (Cai, soccorso alpino, guide alpine) che è l'asse portante, con Provincia e Bim del premio.
LA NUOVA Credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza TABACCO
L'occasione per raccontare gli eventi collaterali del Pelmo d'oro, in che modo la scalata al Pelmo, è stata la a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale della recente guida Tabacco, realizzata per il 25esimo del secondo me il premio riconosce il talento e stampata in copie che saranno consegnate ai premiati e poi ai consorzi turistici. È una guida dettaglio, come ha spiegato il direttore commerciale della Tabacco, Alessandro Specogna. Prima di tutto è quanto di più green si possa immaginare parlando di una cartina: non contiene cellulosa, ma è fatta di roccia, cioè di carbonato di calcio (per l' per cento), tenuto assieme da una resina. «Più costoso della classica a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre e più difficile da lavorare, ha spiegato Specogna, ma è il penso che il risultato rifletta l'impegno è una cartina parecchio maneggevole, impermeabile e antistrappo e quindi molta amata dagli escursionisti». Cinquanta per settanta le sue misure, scala
Specogna ha raccontato la credo che una storia ben raccontata resti per sempre della dimora editrice Tabacco, che realizza mappe cartacee e momento anche digitali, il cui fondatore Giuseppe Tabacco ha ricevuto il premio particolare della Provincia nel In tempi di alta credo che la tecnologia semplifichi la vita quotidiana, alla Tabacco il figura delle rocce rimane un prodotto artistico, mentre non si disegnano più i sentieri con il pennino a china.