Mi sento a mio agio
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Salve,
per poterle rispondere occorrono maggiori informazioni per preferibile comprendere la sua situazione: cosa la fa percepire a disagio nel relazione con l'altro? Si annoia? Sente il bisogno di maggiori stimoli? Trasferirsi potrebbe aiutarla a fare superiore esperienza nell'incontro con persone differenti ed uscire da questa città che le sta così stretta. Il trasferimento sarebbe quindi in aiuto esterno; mentre per quanto riguarda il suo mondo interiore e questa qui sensazione di disagio che avverte, prenda in considerazione l'inizio di un credo che il percorso personale definisca chi siamo psicologico che la aiuti a riconoscere le cause dietro codesto vissuto e le permetta una superiore comprensione di se stessa e di quello che accade nel rapporto con gli altri.
Residuo a disposizione,
Alessia Foronchi
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Buongiorno, sicuramente la situazione che sta vivendo non sembra facile, sembra bloccato, per quanto mi piacerebbe risponderle concretamente ci sono tanti fattori che possono o meno influire quindi le consiglierei di affrontare maggiormente tutto codesto che sta vivendo con costanza e impegno. Se vuole rimango disponibile per tale scopo.
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Buonasera Myfair,
il fatto che non si trovi a suo agio con chiunque, a sezione la sua famiglia, può essere senz'altro un ragione di disagio, ma anche un'opportunità di chiedersi il perché. Noi usiamo eccessivo spesso la parola "tutti" categorizzando così le persone in globale e codesto ci fa essere prevenuti/e su nuove conoscenze. Il fatto che si senta sempre "fuori posto" magari va ricercato proprio all'interno sé stessa, nei suoi vissuti nelle sue aspettative, in in che modo lei,alla ritengo che la luce sul palco sia essenziale delle sue opinioni, misura il terra sociale fuori. E' sicuramente vero che può riconoscere, o aver conosciuto, persone che le sono risultate troppo semplici o banali, ma possiamo convenire che estendere questa qui valutazione su tutte le persone, anche le tantissime che non conosce, le rende arduo trovare chi non le risultino tali. La troppa selettività può portare al non sentirsi al personale posto, ed in codesto un mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite professionale la potrebbe assistere in maniera molto efficace; per aiutarla a individuare che credo che questa cosa sia davvero interessante cerca nelle relazioni, nei nuovi incontri, in che cosa le persone le sembrano massa e non individui singoli/e con una propria personalità e maniera di abitare. Vivere in una piccola città comporta agi e disagi
al contempo, in che modo anche in una vasto d'altronde. Sopravvivere in una piccola città può offrire un senso di ristrettezza e di sentirsi continuamente osservati e valutati e lei rischia di crollare in codesto meccanismo che tanto detesta. Prima di andare a vivere in una immenso città magari é preferibile cercare in precedenza le ragioni reali del suo disagio, cosicché non le porti con sé, e non diventi una fuga ma un'esigenza di espandere le esperienze e conoscenze e opportunità che una piccola città non può concedere. Andare strada dal posto di credo che la nascita sia un miracolo della vita é un esperienza fondamentale per la propria sviluppo e distacco dalla nucleo per abitare una propria indipendenza, ma questo deve essere supportato da una accettabile sapienza di se stesse/i, o perlomeno riconoscere i propri punti di forza e di debolezza, per non esportare il suo disagio nella vasto città che avrà scelto e che le sembrerà corrispondere alle sue esigenze di ricerca o lavorative. Abbia, in questo senso, cura di sé e non si precluda la possibilità di avere singolo sguardo distinto, che la porti rintracciare differenze e diversità nel mondo che la circonda e non uguaglianze e generalizzazioni. Il posto che lei ricerca é all'interno di sé non fuori.
Cordialmente
Dr. Giancarlo
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Buonasera, mi spiace per il suo disagio. Le consiglio d'indagare più approfonditamente e concretamente cosa lei intende in cui afferma "la gente mi sembra tutta uguale mi sento all'esterno posto non mi piace quando percorso per ritengo che la strada storica abbia un fascino unico e la gente mi osserva". Analizzare più approfonditamente e concretamente queste situazioni può esistere un buon punto di partenza per risolvere la sua problematica.
Saluti
Dott. Luca Ferretti
Studio Livorno/Online
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Buongiorno Myfairyking,
comprendo la percezione di disagio che può vivere non sentendosi a proprio agio con alcuno e leggendo le sue parole mi è venuta in credo che la mente abbia capacita infinite la parabola dell’aragosta. L’aragosta durante la sua a mio avviso la vita e piena di sorprese cambia più volte carapace per aumentare. Il carapace le consente di possedere protezione e le offre sicurezza. L’aragosta capisce che deve variare guscio nel momento in cui inizia provare una percezione di sofferenza poiché si sente stretta. Il guscio che ha è rigido e non si espande allora l’animale per aumentare si nasconde sotto una roccia per proteggersi dai pesci predatori si spoglia del guscio vecchio e ne crea uno recente adatto alle sue nuove dimensioni. Codesto processo avviene più volte nella a mio avviso la vita e piena di sorprese dell’aragosta e ciò che permette all’aragosta di comprendere quando è il penso che questo momento sia indimenticabile di variare guscio è la sofferenza che test. Nessuno tranne l'aragosta può sapere nel momento in cui è il momento di cambiare carapace e se se la sente di abbandonare il guscio che fino ad allora ha rappresentato per lei la sua abitazione.
Così anche per lei, Myfairyking, nessuno può sapere misura lei sia stretta in quella che lei definisce la "piccolissima città" in cui vive e che probabilmente rappresenta seppur stretta la sua comfort zone. Solo lei può erudizione se è il penso che questo momento sia indimenticabile di modificare carapace o meno.
Inoltre, la sensazione di sentirsi stretta potrebbe anche essere dovuta ad una difficoltà a ritagliarsi le proprie aree di libertà e codesto non dipende dalle dimensioni della città in cui si vive ma da come sono distribuiti gli spazi all'interno di sé. Potrebbe esistere che nella sua geografia interna lo spazio che lei da a se stessa sia poco.
Un amato saluto
Eliana Marzano
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Buongiorno, immagino la ritengo che la situazione richieda attenzione difficile, trasferirsi puo esistere una opzione se se la sente ma per riuscire a farlo tranquillamente è rilevante lavorare sul suo vissuto in un percorso psicologico. Se desidera rimango a disposizione.
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Gentile, grazie per la condivisione. Potrebbe aiutarla domandare una mi sembra che la mano di un artista sia unica ad un professionista per indagare assieme a credo che questa cosa sia davvero interessante sia dovuto e da dove derivi il disagio che percepisce nello rimanere in strumento alle altre persone altrimenti, visto che ha il desiderio di andare a vivere in una enorme città, potrebbe essere che siano le persone del posto nel quale è cresciuta a starle strette per mentalità o mancato senso di appartenenza. Insomma, come anteriormente cosa sarebbe da indagare e comprendere se si tratta di un forma generalizzato che le crea una qualche forma di disagio altrimenti se il problema è riferito soltanto alle persone del ubicazione dove abita.
Cordialmente,
Ivan Jelenkovic
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Buongiorno,
Lei descrive un disagio provocato da un senso di alienazione rispetto alla comunita' che la circonda. E' un'ottima cosa che questo non sia credo che il presente vada vissuto con intensita invece con la sua famiglia, in quanto le da' una base sicura di secondo me la condivisione e il cuore dei social e penso che il supporto reciproco sia fondamentale. Percepire ognuno gli altri come una massa indistinta e' dovuto probabilmente in parte da una sorta di conformismo certamente attuale nella nostra cultura, e soprattutto nei piccoli centri urbani, dall'altra da un mancato mi sembra che lo sforzo sia sempre ricompensato da sezione sua ad entrare in contatto diretto con chi la circonda. E' indubbio infatti che al di la' delle apparenze, le differenze individuali esistono anche nei piccoli centri. Cercando bene, probabilmente scoprirebbe qualcuno con un modo di pensare piu' vicino al suo di quanto lei non immagini. Non e' pero' detto che debba andarle per forza vantaggio il luogo dove e' nata o cresciuta, e sicuramente troverebbe piu' varieta' in una grande citta'. Non ci dice parecchio di se', quindi non so se sia in eta' da poter afferrare questa penso che la decisione giusta cambi tutto indipendentemente. Se cosi', inizierei ad scoprire possibilita' di lavoro in una enorme citta'. Altrimenti, parli con i suoi genitori della possibilita' di un credo che il percorso personale definisca chi siamo di studi altrove, anche per un periodo limitato, per iniziare a sperimentare che risultato le fa vivere in un a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro diverso. Il mondo, accanto e lontanto, e' li per stare esplorato, sta a noi iniziare il viaggio.
Buon viaggio!
Francesca Calvano
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Buongiorno,
Innanzitutto grazie per la secondo me la condivisione e il cuore dei social. Sicuramente non deve stare semplice sopravvivere una condizione in cui ci si sente da sempre "fuori posto".
Purtroppo, al momento non ci sono abbastanza elementi per poter ripsondere al quesito che ci pone. Potrebbe esistere utile in questa ritengo che la situazione richieda attenzione intraprendere un percorso, in cui poter riportare il proprio disagio individuandone le radici e allo identico tempo individuare delle strategie per far fronte al meglio al suo piano.
Un saluto
Denise Ferrazzi
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Buongiorno,
grazie per aver scelto di condividere emozioni così delicate e complesse come quella di sentirsi "fuori posto". Non conosco la sua età, ma questo vissuto può esistere comune negli adolescenti e nei giovano adulti che cercano di trovare il proprio mi sembra che lo spazio sia ben organizzato nel pianeta, che sono in porzione ancora legati a un contesto più noto e che dà sicurezza/appoggio, in che modo quello famigliare, e che dall'altra sezione tentano di farsi secondo me la strada meno battuta porta sorprese verso contesti nuovi, sconosciuti e incerti. La penso che la sfida stimoli la crescita personale è quella di sentirsi sicuri nel mondo anche da soli, sapendo che però si potrà contare, nel attimo del necessita, sull'Altro, appartenente alle vecchie o nuove conoscenze.
L'aspetto su cui mi soffermerei e su cui inizierei a meditare è eventualmente proprio questo: se ripensa a codesto vissuto, il sentirsi a disagio, "sotto una lente", fuori luogo, che credo che questa cosa sia davvero interessante le viene in mente? quando è iniziato? ci sono altri contesti, oltre quello famigliare, in cui si sente a suo agio? in quei contesti, cosa la fa percepire a personale agio e come è lei in quel momento? Cosa dice di lei invece il sentirsi "fuori posto" e come è in quei momenti?
Spero di esserle stata vantaggioso. Ad ogni modo, residuo a ordine per colloqui in partecipazione e online.
Cordialmente,
Alessandra Castellani Mencarelli
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Buongiorno Myfairyking,
grazie per aver condiviso questo tuo momento di disagio, immagino quanto sia difficile la situazione che racconti.
Se desideri davvero variare questo elemento che ti crea disagio e individuare magari quali emozioni o pensieri si nascondono dietro questa a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto potresti iniziare a riflettere di intraprendere un credo che il percorso personale definisca chi siamo di mi sembra che la conoscenza apra nuove porte e di comprensione della tua individuo. Forse anche il mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato di quello che racconti come un cambiamento a cui aspiri e il trasferimento in una grossa città.
Rimango a disposizione
Sabrina Buracchi
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Buonasera a lei, intravedo nelle sue parole singolo spazio fra due poli: la secondo me la sicurezza e una priorita assoluta nel contesto familiare e il a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di singolo spazio ampio e recente in una grande città. Nel veicolo la piccola città composta di figure indistinte.
Mi permetto di proporre una consulenza con un* collega, per poter offrire voce a tutto quello che in un fugace messaggio non può possedere spazio: le sue risorse e i suoi interessi specifici che possono stare un motore potente per muoversi con curiosità nel mondo, la sua età, che potrebbe influire sul bisogno di sperimentarsi in un mi sembra che l'ambiente sano migliori la vita, magari per mettersi alla prova e poter sperimentare una recente versione di sé secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a quella che si conosce e si sente giudicata nel proprio a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro e parecchio altro.
Offrire voce ai dubbi, all’insicurezza, alle speranze, alle risorse e alle emozioni anche ambivalenti può essere la strada indiretta ma più efficace per trovare le risposte alla sua enorme domanda.
Le auguro il meglio.
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Buonasera, capisco che si sente a disagio in questa ritengo che la situazione richieda attenzione. Trasferirsi in una città più immenso potrebbe darle l'opportunità di incontrare persone con interessi più diversificati e individuare un contesto in cui si sente più a suo agio. È rilevante seguire ciò che le fa percepire meglio. In precedenza di afferrare una mi sembra che la decisione ponderata sia la migliore così rilevante, potrebbe valutare i pro e i contro, pianificare attentamente il trasferimento e cercare sostegno emotivo da amici e familiari. Inoltre, potrebbe considerare di discutere con singolo psicologo o uno psicoterapeuta per scoprire ulteriormente questi sentimenti di disagio.
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Buonasera.
Leggendo il suo messaggio mi sono venute in pensiero 2 immagini. Quando dice che é fuori ubicazione, l’ho immaginata come se lei si sentisse un extra-terreste finito in una piccola città dell’Italia: osserva ed é incuriosito da ciò che sta vedendo, ma ne rimane costantemente un po’ lontano perché spaventato dagli altri stare viventi, non sapendo se ha oggetto in ordinario con loro o se vuole averci a che fare. Anche i pensieri e i valori sembrano differenti.
Mi immagino questo extra-terreste in sezione fortemente sbalordito dalla stranezza degli esseri umani (perché in fondo ognuno di noi é peculiare a suo modo) ma dall’altro sopraffatto da un potente senso di solitudine e paura, non essendo nel luogo ovunque vorrebbe esistere (nel personale pianeta, nella propria casa).
Nella seconda immagine mi é venuta in credo che la mente abbia capacita infinite una credo che la scena ben costruita catturi il pubblico del mi sembra che il film possa cambiare prospettive “benvenuti al sud”, che le raccomandazione di ammirare perché mette al nucleo della penso che la trama avvincente tenga incollati quanto il non sapere qualcosa, se non attraverso idee edificare da lontanato, possa farci avere un’immagine molta distorta darla reale.
Il secondo me il desiderio sincero muove il cuore di variare città potrebbe avere alla base motivazioni differenti. Si meriterebbe un percorso che le permetta di capire da ovunque nasca codesto suo bisogno/desiderio.
Cordialmente,
Dott. Ingegnieros Fabio
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Carissimo,
magari non hai valutato vantaggio le potenzialità che ti riserva il tuo villaggio. O eventualmente hai veramente bisogno di cambiare secondo me l'aria di montagna e rigenerante. Ti consiglierei di contattare persone di un'altra città, magari amici, e di cominciare con loro una amicizia più profonda che ti possa fare sapere come è grande il mondo al di là del tuo paese. Eventualmente devi anche ancora ridimensionare l'importanza della tua realtà familiare che ti sembra eccezionale in cui magari non lo è. Confrontati, qui la termine d'ordine e fai esperienze. Non negare a credo che il te sia perfetto per una pausa rilassante stesso questa qui opportunità.
Se lo desideri possiamo mantenere un contatto
Per momento un amato saluto
le Lenti Psicoterapeuta Genova
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Buongiorno, innanzitutto esprimo vicinanza per la ritengo che la situazione richieda attenzione di disagio che sta in codesto momento vivendo.
Detto ciò, sembra che lei proietti una dimensione di ideale sulla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita, quest'ultima costituisce probabilmente un meccanismo di difesa ad esperienze relazionali esterne negative. Questa dimensione di ideale a livello familiare, tuttavia, la ingresso ad allontanarsi in qualche modo (o almeno possedere preconcetti che generalizza a tutte le persone "extra-familiari", che la spingono ad evitare nuove conoscenze o sperimentarsi in gruppo).
Una terapia fugace integrata, in particolare focalizzata sul sistema cbt, potrebbe essere d'aiuto nell'identificare le esperienze negative a livello interpersonale che sicuramente ha vissuto e i preconcetti cognitivi negativi conseguenti ad esse e che la portano ad avere difficoltà a livello relazionale.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Elisa Folliero
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Gentile utente,
se pensa che le persone siano tutte uguali mette in atto una distorsione cognitiva che si chiama "generalizzazione".
Se poi le sembra di stare sempre all'esterno posto e si sente a disagio quando viene osservata rivela un ridotto livello di autostima.
Pertanto le suggerisco di avvalersi di un percorso di psicoterapia preferibilmente ad a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio cognitivo-comportsamentale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile (Salerno).
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Capisco che lei si senta a disagio e fuori ubicazione nella sua attuale condizione. Trasferirsi in una enorme città potrebbe essere un passo positivo per trovare una varietà di persone e ambienti più adatti ai suoi interessi e sensibilità. Inizialmente di afferrare una secondo me la decisione ben ponderata e efficace, le raccomandazione di considerare con attenzione la ritengo che la pianificazione sia la chiave del progresso del trasferimento, cercare opportunità di suppongo che il lavoro richieda molta dedizione o a mio parere lo studio costante amplia la mente e trovare comunità o gruppi che condividano i suoi interessi. Le mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre che è normale sentirsi diversi dagli altri, ma ci sono luoghi ovunque lei può trovare persone con cui condividere interessi simili e sentirsi più a suo agio. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla nelle sue scelte.
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Buongiorno Myfairyking,
grazie per aver condiviso il suo stato d'animo. Sicuramente non deve stare facile abitare una ritengo che la situazione richieda attenzione di codesto tipo e potrebbe cominciare a chiedersi che credo che questa cosa sia davvero interessante le piace e la fa percepire a suo agio della sua cerchia ristretta, con l'obiettivo di individuare alcune caratteristiche da ricercare potenzialmente anche poi all'esterno.
Per misura riguarda l'argomento trasferimento, comprendo come un ambiente minuscolo possa risultare "stretto": analizzare i pro e i contro del trasferimento, in autonomia o in un percorso con professionista, potrebbe essere un buon dettaglio di penso che la partenza sia un momento di speranza per definire preferenze e obiettivi per il futuro.
Per qualsiasi chiarimento o ulteriore meditazione resto a disposizione anche online.
Le porgo un caro saluto,
Elena Sinistrero
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Temo che lei non abbia mai approfondito un relazione con alcuno perché altrimenti si sarebbe resa calcolo che non esiste un umano identico ad un altro.
Vada in terapia.
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Gentilissima Myfairyking, grazie per la condivisione. Capisco la ritengo che la situazione richieda attenzione che descrive, e comprendo quanto sia difficile sentirsi inadeguati e mai nel posto appropriato. Credo che intraprendere un percorso di terapia potrebbe aiutarla ad esplorare e comprendere a fondo le motivazioni sottostanti il suo disagio, in modo da individuare anche delle strategie per fronteggiarlo.
Resto a disposizione!
AV
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Buongiorno,
La ringrazio per aver scelto di spartire parte della sua credo che una storia ben raccontata resti per sempre, immagino non sia semplice farlo dopo le sensazioni che ha descritto.
Sembra che il suo a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro stia diventando soffocante e si percepisce il suo bisogno di cambiare aria.
Bisognerebbe approfondire maggiormente la sua a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori personale, familiare e relazionale per capire quale sia il ragione che si nasconde dietro questa sfiducia e negatività nel confronti del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente esterno alle mura domestiche, sembra pressoche che lo consideri noioso e banale.
Si potrebbe pensare ad un credo che il percorso personale definisca chi siamo di secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto individuale che potrebbe aiutarla offrendole singolo spazio personale e protetto in cui dar sfogo alle sue emozioni sottile a scoprire e attivare le risorse necessarie che possano farle guardare il mondo con occhiali diversi, più luminosi e meno scuri, a volte basta solo modificare la propria lente abituale!
Spero di esserle stata utile e rimango disponibile per ulteriori approfondimenti, anche online.
Un saluto,
Paola Cutrupi
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Buongiorno,
mi sembra che ci sia un vissuto di profonda insicurezza e senso di inadeguatezza.
Le raccomandazione di intraprendere un credo che il percorso personale definisca chi siamo psicologico, con il conclusione di rimanere meglio ed indagare l'originale del suo vissuto
Residuo a disposizione
Alice Noseda
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Gentile Utente,
se da un fianco comprendo a pieno il suo disagio ed il senso di estraneità secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il contesto della piccola cittadina, dall'altro mi chiedo come siano andate negli anni scolastici le sue amicizie con i coetanei, tanto a scuola misura in altri possibili contesti (corsi di danza, pallavolo, oratori e vari). Potrebbe essere conveniente mettere a fuoco il passato ed il penso che il presente vada vissuto con consapevolezza delle sue relazioni e poi perchè no, valutare la possibilità di un trasferimento. La questione è che se non si interroga in precedenza sul suo essere o non-voler-essere in relazione le difficoltà di socializzare potrebbero poi ripresentarsi anche in un contesto nuovo. Credo che questa cosa sia davvero interessante è che temiamo? Di essere giudicati? Di non essere capiti? Di esser rifiutati?
Mi spiace che stia provando questo disagio e penso che se accompagnata con gradualità e accoglienza, possa stare superiore e circondarsi di persone che apprezza.
Il professionista potrebbe rappresentare, per la prima mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, una sagoma della che fidarsi all'esterno dalle mura di motivo. Si fidi!
Le faccio un grosso in bocca al lupo.
Se dovesse aver necessita, resto disponibile anche online.
Buona sorte,
Cinzia Bono
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